TRE CAPOLAVORI A VICENZA
Leonardo da Vinci
Perché vediamo gli oggetti e ne distinguiamo i colori? Perché sentiamo gli odori? In che modo si trasmette la pressione che fa muovere i corpi? Per Leonardo è grazie a copie infinitesimali di ogni singola cosa, che ne sono la replica esatta ma in miniatura. Le chiama species o potenze, si originano dai singoli elementi e raggiungono i nostri sensi. Leonardo immagina l’aria completamente attraversata da miriadi di scie delle species. Esse trasportano con sé, lungo traiettorie rettilinee, i dati del visibile (e quindi vediamo) o una piccola carica di forza, nel caso della pressione. Lungo traiettorie tortuose, a causa dell’interferenza del vento, giungono a noi quelle dell’odorato.
I disegni esposti rappresentano il tentativo di Leonardo di penetrare i meccanismi più intimi della Natura. Il primo disegno indaga come cambia la nostra percezione del colore a seconda dell’ombra; il secondo ragiona su come viaggia la luce e come reagisce quando incontra uno specchio concavo; il terzo disegno mostra come si trasmette la forza, esemplificata con palle di cannone. Sono complessi da capire, perché di fatto sono studi scientifici, ma la loro bellezza sorprende sempre: per Leonardo ciò è specchio dell’ordine e della proporzione, insito in ogni processo naturale. Le scritte sono con calligrafia invertita, tracciate da destra a sinistra, per noi leggibili allo specchio. Leonardo era mancino e questo era il suo modo naturale di scrivere: autodidatta, non venne mai corretto e mantenne questa grafia per tutta la vita.
Leonardo da Vinci, Studio sulla percezione dell’ombra e del colore, 1508-1510, Codice Atlantico, foglio 527 verso. Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano
Leonardo da Vinci, Studio sulla riflessione della luce, 1513 circa, Codice Atlantico, foglio 672 verso. Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano
Leonardo da Vinci, Studio sulla trasmissione della forza, 1500-15003, Codice Atlantico, foglio 767 recto. Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano